Era uno preciso e attento, Gian Battista Gatti, tecnico e responsabile della sicurezza alla ditta di Treviglio in cui è avvenuta, domenica mattina l’esplosione che l’ha ucciso. Insieme al collega Giuseppe Legnani, seconda vittima del grave incidente alla Ecb, nella prima mattinata di Pasqua aveva fatto un salto a dare un’occhiata alla fabbrica, per verificare, come sempre, che tutto fosse tranquillo.
Quindi i due amici e colleghi se n’erano tornati a casa per gli ultimi preparativi per il giorno di festa. Poco dopo però la telefonata d’allarme: si sentiva in zona un odore anomalo.
Così Gian Battista Gatti, con figlioletto al seguito in auto, si è di nuovo portato alla Ecb: ha lasciato ad aspettarlo nella vettura il piccolo di 10 anni mentre andava a fare una verifica. Intanto arrivava il collega Legnani e insieme si sono portati nella zona dell’essicatorio delle farine da dove proveniva il particolare odore. Neanche il tempo di capire che è avvenuto lo scoppio che ha tolto loro la vita, a 50 e 57 anni.
Una esplosione di cui ancora non si conoscono le cause e sulla quale il pubblico ministero Fabio Pelosi ha aperto un’inchiesta e un fascicolo per omicidio colposo.
03 aprile 2018
Fonte www.bergamonews.it