Che la metropolitana arrivi almeno fino a Randazzo

Firrarello: “I tempi sono maturi. La metropolitana non può fermarsi a Paternò o fino ad Adrano, dobbiamo farla arrivare a Bronte ed a Randazzo”.

 

“E sarebbe l’ora! – esclama Firrarello – Io lo dico da anni. Considero la realizzazione della metropolitana, almeno fino a Randazzo, l’infrastruttura che più di tutte è in grado di migliorare la qualità della vita dei residenti e le potenzialità del territorio. Vedete, – continua Firrarello – fino a qualche anno fa vedevo la Fce soltanto come il trenino della tradizione, guardato con affetto. I pendolari che da Bronte si spostavano fino a Catania, infatti, continuavano a scegliere l’auto. 

Con l’attuazione dei vari step di sviluppo che la Circumetnea ha registrato, mi sono reso conto che è un vettore di trasporto importante.

I Comuni che in futuro saranno raggiunti da un servizio di metropolitana veloce, infatti, otterranno notevoli benefici perché potranno comodamente in treno raggiungere l’aeroporto di Catania o il Porto. Ma non solo. – continua Firrarello – Una ferrovia veloce darà un contributo sostanziale alla sostenibilità del traffico, favorirà il processo di disurbanizzazione migliorando la qualità della vita con la creazione di nuove infrastrutture e di luoghi più vivibili. Valorizzerà l’intero comprensorio etneo, insomma, creando nuove opportunità di sviluppo economico e contribuendo al potenziamento e alla competitività dei settori trainanti dell’economia locale. Verrà valorizzato anche il patrimonio naturale e culturale – aggiunge – favorendo così i flussi turistici, senza considerare il contributo significativo al miglioramento della qualità dell’ambiente”. 

Ma è giusto anche chiedersi però quanto costerebbe l’intero intervento e, visto che con il Pnrr alla fine si è riusciti a finanziare solo il tratto Piano Tavola Paternò, se queste risorse sono disponibili.

“Le risorse non sono un problema. – risponde Firrarello – Il tratto Adrano – Bronte, che sarà in superfice per esempio, è il più semplice da realizzare e quindi il meno costoso. Ci sono poi delle norme che consentono al Ministero di investire in questa direzione. Per una di queste contribuì con un emendamento decenni fa l’on. Vito Bonsignore, ai tempi sottosegretario al Bilancio. Il fatto poi che la gestione della Fce è rimasta ministeriale è una garanzia. Ci ha provato in passato qualcuno a farla diventare una ferrovia regionale, ma ringraziando Dio non c’è riuscito e la Circum è rimasta del Governo centrale. E così i direttori ed i commissari che in questi anni si sono succeduti sono stati di sicuro valore e spessore. Se – conclude – la politica siciliana avesse avuto titolo per intervenire, forse, ma dico forse, non sarebbe stato così”.

Fonte www.etnalife.it